Disco fotocopia del primo che tanto successo aveva ottenuto. La formula è sempre quella: indie folk fatto con chitarroni acustici suonati veloci, tanto banjo (anche troppo), un pò di piano, e un cantato drammatico. E’ tutto perfetto, pure troppo, manca quel coraggio e quella fantasia che rendono ad esempio gli Arcade Fire un progetto unico. Ed è troppo simile al primo disco, si fa fatica a distinguere da quale provengono le canzoni. Abbastanza assurdo poi mettere in un disco di 15 pezzi una cover inutile di un pezzo famosissimo di Simon & Garfunkel. Paura di non essere abbastanza commerciali?
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Concordo appieno. La ripetitività è il tombino in cui cadono molti dei “Secondi album” (vedi alla voce Vasco Brondi).