Archivio per ottobre 2014

Kalimera.

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E così fu che in questa disgraziata estate 2014 riuscii a farmi le mie strameritate ferie, come sempre abbastanza fortunose e mai abbastanza appagate, visto che mi sono aggregato all’ultimo momento ad un viaggio organizzata da una mia amica e sua sorella, per una destinazione che non avrei mai pensato di fare.

Insomma si parte Domenica, dopo un sabato da leoni e ancora la sbronza addosso per Milano, visto che si doveva prendere l’aereo da Malpensa, abbiamo approfittato per vedere la mostra di Marc Chagall, e per un ape* nella capitale della moda e della gente con la barba e con i pantaloni dalle caviglie scoperte.

Il mattino dopo partiamo all’alba per parcheggiare l’X1 e salire sul catorcio Easyjet. Due orette abbondanti di volo, e atterriamo in quella che chiamare pista di atterraggio è un complimento da fare arrossire pure un comunista. Scampato il pericolo scendendo le scalette mi assale la meravigliosa sensazione di essere avvolti da un caldo Luglio che accende mille antenne nel mio corpo.

Un pulmino ci viene a raccattare e ci porta un appartamento da sogno: cucina, quattro letti e un bagno che mai avrò a casa mia. Il tempo di mettere il costume, un paio di infradito, e ci tuffiamo nella spiaggia più stupida di Mykonos in tempo per vedere il sole tramontare sul mare con una luce talmente strana che sembra di essere sulla luna. Anche se non c’è luce sulla luna, lo so.

Ci facciamo consigliare le migliori spiagge, e con la mappa segnata iniziamo a scoprire quelle coi nomi più altisonanti: Paradise, SuperParadise, Agrari, ma nessuna ci convince. La sabbia è quella dei cantieri, gli ombrelloni sono piantati in fila e arrivano fino all’acqua, gli stabilimenti ricordano quelli di Igea Marina. Dopo un pò decidiamo di fare di testa nostra e iniziare a scoprire le spiagge non segnalatoci. Iniziamo a scoprire piccoli paradisi incastonati tra le rocce, acque cristalline e spiagge popolate da poca gente, spesso libertina, oppure completamente deserte. E’ amore a prima vista. Alterniamo coste opposte a insalate greche, viaggi col Booster senza casco a Feta e olive, tramonti emozionali a letture romantiche.  Impariamo a perderci nel labirinto di Chora, incantati dalle case bianche e dal dedalo di stradine che sbucano in una Little Venice da incanto.

Senza dirci niente capiamo che non vogliamo e non abbiamo bisogno della Mykonos notturna, delle discoteche, dei troiai, dei napoletani e dei drink a €12 l’uno. La sera spesso si cena in casa, ci si stordisce con del vino greco, e si va a letto dopo cena. La voglia è solo quella di iniziare la giornata il prima possibile per andare alla scoperta di qualche nuova spiaggia.

Con l’arrivo del weekend arriva la pioggia (che l’isola aspettava da maggio) e decidiamo di anticipare la nostra partenza per Atene. Quasi riescono a truffarci coi biglietti del traghetto veloce, ma le mie bestemmie riescono ad essere sufficentemente convincenti. Arrivati ad Atene la magia è svanita, l’appartamento è una topaia e nemmeno l’insalata è così greca. Comunque riesco a farmela piacere più della prima volta in cui la visitai, la trovo profondamente cambiata dalle olimpiadi di dieci anni fà. I greci convivono con la loro crisi più degnamente di noi ed abbiamo il tempo di scoprire che il partenone è stato pure una chiesa e una moschea nella sua lunga storia di 2500 anni.

Quando è ora di partire sono già contento di tornare a casa ed al lavoro, lo shock maggiore sarà mettere via le braghe corte, Kalispera Grecia.

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