Archivio per febbraio 2013

Segnali di vita.

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C’è un giorno particolare, verso la fine di Febbraio, dove avviene una piccola magia. Il debole sole invernale, normalmente coperto da una collina e un condominio riappare come per magia ritagliando sul muro una piccola finestra di primavera. Questa piccola meraviglia fatta di rotazioni terrestri, susseguirsi delle stagioni, combinazioni geometriche mi riempie il cuore di gioia e la camera di luce, e mi ricorda che quel mostro del generale inverno si sta preparando a fare un lungo viaggio nell’emisfero australe, e non è altro che il primo dei piccoli traguardi già fissati nel calendario, come il primo Marzo, primo giorno di primavera astronomico, o il diciotto Marzo, giorno della Fogheraccia, dove finalmente potremo bruciare la legna in un grande falò, perchè ormai non ci servirà più.

Holy Holydays.

528703_10200281847505577_1895550990_nQuando sei in vacanza e hai una gran voglia di tornare a casa, non è mai un buon segno, anzi, significa che è stata una merda. E difatti così è stato. Daltronde i presupposti c’erano tutti, poca voglia di partire, nessun interesse nel posto da visitare, e totale diniego delle più elementari forme di dignità che da anni vado sbandierando. Eppure così è stato, e anche se capisco che lamentarsi di essere stato in vacanza sul Mar Rosso a prendere il sole, mentre l’italiano media batte i denti per il freddo, e si incazza per promesse elettorali irrealizzabili, è lievemente di cattivo gusto. Un pò come gli italiani e russi (unici ospiti del mega-resort ), un concentrato di cafonerie, panze e tatuaggi imbarazzanti.

Le poche cose positive sono state nell’ordine: stare in infradito per una settimana, e vincere la mia proverbiale fottuta paura degli squali per fare il minimo sindacale di snorkeling. E ancora devo capire se ha prevalso la bellezza del mare, dei pesci colorati e della barriera corallina, oppure il terrore quando ho visto un dirupo sottomarino di settanta metri che si è aperto davanti ai miei occhi.

Ora sono tornato alle solite latitudini, mancano ancora venti giorni alla primavera, e l’inverno è impegnato nel facile compito di essere la stagione più malvoluta dell’anno. Ho saltato il carnevale a piè pari e non vedo l’ora di tornare alle mie vecchie e sani abitudini, fatte di Red Bull, torte salate e strati di vestiti per combattere il freddo.

I giorni della merla.

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Si proprio quelli, freddi ventosi e nevosi. Ve li lascio tutti. Io vado a fare un giro nel Sinai a controllare le tavole di Mosè, e già che ci sono faccio pure un bagnetto, ci vediamo tra una settimana, salutatemi la merla.


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