Ebbene si, sono finito sotto i ferri. Per colpa di un problema alle parti basse che ho sottovalutato, e poi peggiorato facendo 22km al giorno in bicicletta. Ero arrivato alla fine della sopportazione umana e alla fine ho ceduto alla scienza del bisturi e mi sono affidato alle mani di un chirurgo. Premetto che non finirò mai di ringraziare il SSN per avermi fatto pagare la bellezza di €22 per tutta la faccenda, sono il primo che parla male dello stato italiano, ma qui posso solo togliermi il cappello. Ringrazio anche la talpa al CUP che come nelle sane tradizioni italiane mi ha fatto saltare varie file e attese al telefono per mandarmi nello sperduto ospedale di Sassocorvaro. (si, proprio dove avrei dovuto tenere il corso di OSS, lol)
Settimana prima giropizza di esami del sangue ed elettrocardiogramma, e poi alle 7 del mattino che ancora fa buio già col camicione aperto dietro a dire cazzate alle infermiere per stemperare la tensione. Era prevista l’epidurale, ma ho chiesto anche di drogarmi pesantemente, infatti a metà intervento credo di essermi addormentato. Il risveglio purtroppo è stato traumatico, tra il dolore che pulsava a mille, e la sensazione di avere la vescica gonfia ma non avere il minimo controllo su di essa. Il ritorno a casa è stato ancora più patetico, sdraiato sul sedile posteriore di una Dacia color cacca soffrendo per ogni buca per strada.
Cosa abbiamo imparato da questa lezione? A) che questa cazzo di resilienza non serve a una cippa: quando state male andate a farvi vedere, non fate come me. B)Per combattere il dolore potrei vendere un rene, l’auto, mia mamma, il gatto e tutta la collezione di dischi.