Questa nuova vita isolana mi sta trascinando, e trovo poco tempo per ascoltare nuova musica (anche perchè qui sono senza il mio fidato impianto di riproduzione) e nemmeno mi ero accorto che siamo già a metà di questo 2018. Siccome ci piacciono le tradizioni, mi tocca fare “il classifichino” di metà anno, mai tanto spoglio per mancanza di tempo appunto, ma sopratutto di uscite decenti. Ho fatto fatica a metterne insieme 10, vediamo se la seconda parte dell’anno ci offrirà qualcosa di meglio.
1)Car Seat Headrest – Twin Fantasy
Un disco del 2011, ri-registrato e ri-mixato. Sono in un tale periodo di forma che qualsiasi cosa facciano suoni più fresca di ogni disco chitarroso uscito negli ultimi 10 anni.
2)Beach House – 7
Dopo la doppia uscita di tre anni fà, il duo di Baltimora sposta leggermente il tiro, e sfodera come sempre un altro gioellino che come sempre ti trasporta in altre dimensioni.
3)Calexico – The Thread that Keeps us
A più di 20 anni dal primo disco, e dopo le ultime uscite moscie, pensavo di averli persi. Invece Il duo Convertino/Burns svolta verso il pop e trova la quadra.
4)Yo la Tengo – There’s a Riot Going on
Sono sempre una sicurezza. Anche se siamo lontani da Fade, anche in questo disco ci sono un paio di perle che lo fanno volare alto. Peccato che alla distanza si perda un pò.
5)Ben Howard – Noonday Dream
Avevo tantissime aspettative visto che il suo precedente del 2014 è stato forse il disco più underrated dell’ultimo decennio. Non mi ha deluso, ma ancora deve scoccare la scintilla, di sicuro non è un disco immediato ma crescerà alla distanza.
6)H.C. McEntire – Lionheart
Ogni tanto Pitchfork una dritta giusta te la dà. E questo dischetto pop/country prodotto da Kathleen Hanna de LeTigre è un vero piacere ascoltarlo nella sua semplicità.
7)Eleanor Friedburger – Rebound
Giunta ormai al suo quarto disco, la cantante dei Fiery Furnace sposta leggermente il tiro sulla psichedelia e il suo pop ne trae giovamento.
8)Damien Jurado – The Horizon Just Laughed
Il nostro omone canadese dallo sguardo basso ormai ogni anno ci regala bella musica. Nuovo cambio di direzione: abbandonate le suite psichedeliche poco convincenti, torna a quello che sa fare meglio, canzoni voci e chitarra acustica.
9)M.Ward – What a Wonderful Industry
Anche se ormai anche lui giunto al decimo disco, riesco ancora a trovare qualcosa da dire, se solo abbandonasse quel maledetto reverbero anni ’50…
10)Father John Misty – God’s Favourite Customer
Uno dei cocchi di Pithfork, anche se l’ultimo disco faceva pena, qui per fortuna esce un pò dal suo autocompiacimento e torna a scrivere cose belle.
Visto che mi chiedete sempre della rubrica #dischidemmerda eccovi acccontentati con un paio di perle:
Arctic Monkeys – Tranquillity Base Hotel & Casino
Un primo disco+Ep dove non hanno sbagliato un canzone, seguiti da dischi inutili dove passano dallo stoner (ma per favore) a questo roba senza chitarre piatta e monotona.
Mark Kozelek – Mark Kozelek
Ok, sei il mio eroe, ma hai stracciato i coglioni di buttare fuori 3 dischi all’anno con canzoni di 10 minuti dove “parli” lamentandoti del vicino di casa.
MGMT – Little Dark Age
Un primo disco mostruoso, seguito da ciofeche inascoltabili, produzioni imbarazzanti e credibilità sottozero. Eppure continuiamo a dargli corda, chissà perchè.