Archivio per settembre 2009

Hasta pronto.

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Siamo tornati alla base. Casa dolce casa.Che come sempre quando sei via non vedo l’ora di tornare e appena arrivo vorrei già scappare via.
In realtà finalmente ho fatto una vacanza decente,le ultime erano state un supplizio,e per la prima volta torno con le pile cariche,senza incazzature, ma anche senza rimpianti o delusioni.
Perchè, anche questa volta è stata una vacanza buttata su, mi sono semplicemente aggregato a un amico senza sapere ne dove andavo ne cosa facevo di preciso. Perchè l’intento era quello di scollegare cervello, cervelletto e masse grigie assortite, non pensare a nulla per dieci giorni e magari trovare un pò di coda di un estate che non ho praticamente mai visto.
E se barcelona, ormai è una seconda casa, e tornarci mi mette sempre i brividi, la scoperta del clima mite delle cinque terre mi ha letteralmente sconvolto.
Insomma avrete capito che son stato propio bene,e che non ho voglia di fare il racconto dettagliato, chi mi conosce avrà già visto le decine di foto che ho buttato su faccialibro,agli altri posso ne posto un paio qui, oppure cercate stu callahan.

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El Barrio.

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Questo sopra sono io parecchio sbronzo che viene portato a spalla da Rominetor per le vie del Barrio Gotico dopo una session infinita di Moscow Mule.
Questi primi giorni a Barcelona sono stati,come era facilmente prevedibile,un tuffo nei ricordi e nell’alcol.E anceh se il tempo è fra l’imbra e l’ambra,non posso fare a meno di ammirare questo posto baciato dal sole,e dalle persone che camminando su marciapiedi di ardesia lasciano un pò di loro stessi.Io ci ho lasciato il cuore.

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Ci siamo,queste sono le ultime mie ventiquattrore in suolo italico.Venerdì finalmente si parte e per dieci giorni non voglio pensare a niente.Che poi ok,non è la vacanza che volevo,ma chissenefrega,l’importate è staccare,ricaricare le pile per affrontare un inverno che si preannuncia lungo e freddo,speriamo non solitario.
E insomma Barcelona,anche se è la quarta volta,lo sapete,è la città del cuore e ci si torna sempre volentieri,e se ci fosse ancora un pò di estate non ci offenderemmo per nulla,io il costume lo porto non si mai.

Where you been.

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Era il novantaquattro.Mi ricordo che si andava a ballare allo Slego(RIP),ma più che ballare era un ammucchiarsi in mezzo alla pista per pogare con più forza che si aveva in corpo,e quando Thomas nel suo gabbiotto metteva Feel the Pain era il delirio. Allora oltre ai Nirvana c’era poco altro nel nostor piccolo mondo, ma quel pezzo mi convinse ad andare alla Dimar e spendere ventimilalire in questi misteriosi Dinosaur jr che mi piacevano fin dal nome. Da li in poi è stato amore a prima vista e devo dire che ho letteralmente imparato a suonare la batteria emulando j e Murph che si alternavano nei vari dischi.
Adesso fa ridere ma allora internet stava nascendo, youtube non esisteva e videomusic passava solo merda.Quindi si creava un alone di mistero su questi gruppi “minori” che tra l’altro non venivano mai a suonare in Italia.Scoprii la faccia di J nel VHS “1991 The year that punk broke” e per la prima volta li vidi,almeno su video, dal vivo.Poi passarono i tempi,arrivò il britpop,la drum & bass,il punk californiano, il post rock, il crossover e il nu-metal.Insomma i nostri passavano di moda mentre il mondo andava avanti ma io e il piccolo microcosmo soriano continuavamo a seguirli.
Poi siccome la vita è strana un giorno successe che si fece un tour di spalla a J versione solista e da figura mitologica ed astratta finimmo col dormire nella stessa stanza,salire di fianco a me nella piccola Classe A e a Roma suonò la seconda batteria di fianco a me.
Vabè fin qui la storia e penso che chi più chi meno, la conoscete tutti.Tutta sta manfrina è per raccontarvi del concerto dei Dino ieri a Bologna,visto che J è un orsone burbero,ma tutte le volte si ricorda e ci invita ai concerti aggratis.
Mentre percorrevo la A14 pensavo che dieci anni prima avrei dato un braccio per questo concerto,mentre adesso mi sembrava di andare a fare la spesa, ma non si può avere tutto dalla vita.
Insomma sto concerto è all’Estragon,che forse è il peggior posto del mondo,almeno per l’audio,e tutto intorno c’è la festa dell’unità con il suo puzzo di fritto. Arriviamo tardissimo(as usual)ma giusto in tempo per i nostri eroi.Non ho più l’età per stare nel pit, quindi la deformazione professionale mi porta a stare dietro il mixer maledicendo il fonico olandese che li segue sempre.
Un vistoso cartello lo ammonisce di non superare i 100dBa,infatti io memore del bagno di sangue dei miei timpani nei scorsi concerti ero preparato a volumi infernali,ma così la produzione,che deve avergli dato uno stop ai volumi sovraumani.
C’è il solito muro di casse Marshall a circondare J, una batteria anonima per Murph, e i soliti amplik basso/chitarra per Lou Barlow che vangherà inutilmente per tutta la serata visto che fuori era clamorosamente spento.
Al pronti via i suoni fanno veramente schifo, e una batteria dignitosa la ascolteremo solo al quarto pezzo.Murph ha un sacco di problemi tanto che più di una volta scende per spostare il drumfill e avvicinarlo verso di lui!
Comunque i pezzi sono tutti fighi e questa volta pescano oltre che dalgli ultimi due dischi anche da Green Mind e Where you Been.
Quando sento per la prima volta Feel the Pain live in vita mia mi viene la pelle d’oca, e anche se la suonano veramente di merda e l’assolo è assolutamente a culo mi torna in mente lo Slego,io che suono la batteria,e quei tempi fantastici,per quasi tutti è un pezzo come tanti,per me è stata la canzone definitiva.

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Mi sento come se avessi finito una maratona,una stagione di service culminata con undici giorni di jazz village alla festa dell’unità,ora iniziano a farsi sentire,paradossalmente solo ora che è finito tutto.Forse perchè fino a adesso ho corso a velocità pazza a testa bassa e non ho avuto il tempo di pensare a nulla,nemmena alla stanchezza.Ora,a bocce ferme,tutto mi sta arrivando addosso come una locomotiva in velocità.Se poi sommiamo che nel giro di 24 ore è arrivato un gelido vento invernale che ha spazzato via le residue speranze di una coda di estate,dobbiamo mettere in conto che sta arrivando pure la prima botta di depressione autunnale.
E poco importa che fra dieci giorni si parte per una vacanza che ormai è più un dovere,è il pensiero di lunghi giorni senza luce che mi spaventa.Per fortuna Bob Dylan e la tazza di thè sono già con me.


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