Archivio per novembre 2014

Dischidemmerda #1

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U2 – Songs of Innocence

Ed ecco che meritatamente al primo posto si piazzano gli U2, non tanto per il disco (che è parecchio brutto) ma per la mossa commerciale che hanno usato per promuoverlo.

La storia ormai la sapete tutti: in occasione del nuovo sistema operativo OSX di Apple, chiunque avesse un versione di iTunes, si è svegliato al mattino con questo bel cadeu dentro, senza che nessuno lo avesse chiesto.

Questa mossa politica ha provocato grande incazzatatura tra gli utenti apple e non, anche perchè all’inizio non si poteva nemmeno eliminare, ed hanno dovuto inventarsi una app apposta.

Per quanto riguarda il disco, come vi ho già detto, è proprio brutto. Non c’è una canzone forte, i suoni sono brutti come al solito anche se alla produzione non c’è più Daniel Lanois. In verità doveva esserci Danger Mouse ma sembra che il risultato non sia stato gradito ed abbiano cestinato tutto. Pure la copertina non si può guardare, e invece di Larry Muller jr. che abbraccia il figlio, sembra la copertina di un film pornogay.

La cosa più stupida della faccenda è che l’unica canzone bella era il singolo Invisible uscito ad inizio anno, e mai incluso in nessun album.

Non so quanti soldi abbiamo preso dalla casa di Cupertino (tanti) ma credo che pareggeranno con gli accidenti degli utenti che si sono ritrovati in libreria una simile ciofeca.

Dischidemmerda #2

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Alt J – This Is All Yours

Questa è la storia di un gruppo dal nome strano ma cool, ma è uguale a quella di tanti altri gruppi: quelle storie dove un gruppo di giovinastri fa uscire un disco d’esordio che fa un botto della madonna. E allora giù interviste, tour mondiali, copertine, mignotte nei backstage e via così. Però la storia finisce sempre allo stesso modo. Quando è ora di far uscire il secondo disco, uno o più dei componenti se ne va, insieme all’ispirazione, probabilmente assorbita propria dalle mignotte dei camerini, e così succede che il secondo disco sia una cagata pazzesca parafrasando il caro Rag. Fantozzi.

E questa storiella calza a pennello anche ai nostri cari Alt J, che pur non cambiando di un virgoli i suoni vincenti del disco d’esordio, peccano nella scrittura della canzoni, spesso senza capo ne coda, e che non lasciano il segno, singolo compreso.

Faranno la fine dei Bloc Party?!

Dischidemmerda #3

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Karen O – Crush Songs.

Lei è figa. Ha fatto dischi bellissimi coi i Yeah,Yeah,Yeahs. E siccome si spupazza(va) Spike Jonze, ha pure fatto la colonna sonora di un capolavoro come Nel paese delle creature selvagge. Ha collaborato con Flaming Lips, Swans e Santigold, e una sua canzone nel film Her riceve la candidatura all’oscar.

Quindi l’uscita di questo disco aveva delle grandi aspettattive, almeno per me. Invece mi ritrovo con una ciofeca registrata col microfono del Cantatù probabilmente dentro il peggior bar di New York. Un ammasso di canzoni (è una parola grossa) solo abbozzate, a volte nemmeno finite tra fruscii e rumori di sottofondo.

Nonostante la durata media dei pezzi intorno ai due minuti si fa una fatica mostruosa ad arrivare alla fine, e la tentazione di tirare il disco dalla finestra è forte. Se solo fosse fisico…

Dischidemmerda #4

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The Pains Of Being Pure At Heart – Days of Abandon.

Erano uno dei gruppi più fighi usciti di recente, due album e un successo che cresceva sempre di più. Musica fresca, melodie catchy, distorsioni anni ’90, e voglia di bere spritz sulla spiaggia. Poi si sa come vanno le cose, c’è sempre uno nel gruppo che è dispotico, che vuol fare come gli pare a lui, e inizia a mandarvia un elemento, poi un altro, e alla fine il gruppo è stravolto, e la magia è svanita nel nulla.

Il risultato è un disco come questo, senza idee, loffio, spompo e che al terzo ascolto va bene giusto come sottobicchiere per una tazza di thè.

E’ stato bello The Pains Of Being Pure At Heart.

Dischidemmerda #5

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Damon Albarn – Everyday Robots

Damon Albarn è stato uno dei musicisti più importanti degli ultimi venti anni, è stato membro dei Blur, dei Gorillaz, e di The Bad, The Good and The Queen. E ogni volta che ha fatto uscire qualcosa, è sempre stato riconosciuto unanimamente un ottimo prodotto.

Ora, cosa gli sia passato per la testa quando ha fatto uscire questo disco, tra l’altro a nome suo, proprio non si sa. Forse è stato mollato dalla moglie, forse gli è morto il gatto, o qualcosa del genere.

Perchè il disco oltre ad essere triste, lento, svogliato, ha veramente poche idee, e canzoni belle ancora di meno. E questa volta non c’entrano nemmeno le sue fissazioni con l’Africa, la musica del Mali e altre vaccate simili: è solo un disco brutto.

Dischidemmerda #6

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Lana del Ray – Ultraviolence.

La storia della culona la sappiamo tutti (no, non la Merkel). Figlia di un ricco produttore, ha fatto cacciare i soldi al paparino per farsi produrre, farsi scrivere canzoni, farsi pubblicità,(forse pure farsi cantare) un disco che poi ha avuto un successo planetario.

Perchè la regola è sempre valida: se hai i soldi puoi tutto. Si vede però che questa volta il paparino ha sganciato di meno, perchè in questo disco le canzoni sono un pò demmerda, e sopratutto il mixaggio è decisamente demmerda. Si salvano un paio di canzioni, in particolare Shades of Cool, per il resto è tutto da buttare. In compensa abbiamo imparato che la culona in questione ha una esssche che manco un romagnolo di cesenatico. Si vede che il de-esser costava troppo.

Dischidemmerda #7

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Pink Floyd – Endless River

Quando ho letto l’articolo che nel 2014 sarebbe uscito un nuovo disco dei Pink Floyd mi sono messo a ridere e ho iniziato a cercare il logo di Lercio. Invece era la verità, e se i Maya non hanno azzeccato la profezia del 2012, il giornalista invece diceva il vero. Che poi, chiamarlo disco è un pò esagerato. Trattasi di scarti da The Division Bell del ’94 disco ai più bistrattato, ma con notevoli spunti di interesse. Comunque per sentire la prima voce (quella di Stephen Hawking )bisogna arrivare alla traccia #14, prima ci sono solo accenni strumentali, e nel disco si contano dieci brani della durata inferiore ai due minuti. In generale è un disco quasi ambient, fatto uscire per celebrare la morte del tastierista nel 2008, e magari far guadagnare qualche sterlina in più ai vecchiacci e i loro nipoti.

Elemento principe che mi ha fatto decidere di inserirlo tra i dischidemmerda, oltre alla sua inutilità, la mostruosa copertina, rubata dal prossimo numero di Svegliati!. I testimoni di geova sul prossimo numero saranno costretti a metterci una mucca.

Dischidemmerda #8

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Notwist – Close to the Glass

Ed ecco che a sorpresa, i nostri crucchi, fra i pochi a cui vogliamo bene, fanno uscire un disco così, senza avvertire nessuno, a sei anni di distanza dal bellissimo The Devil, You + Me.

Ma forse questa uscita in sordina è giustificata da un disco povero di idee, dove c’è un solo pezzo trascinante, e molti altri sembrano abbozzi di canzoni, o semplice rumorismo.

Potevano aspettare un pò di più e fare un disco vero. Danke shon.

dischidemmerda #9

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Yann Tiersen – Infinity

Ok, gli saremo per sempre grati per aver composto la colonna sonora di Amelie, ma non si può campare di rendita per tutta la vita. Già in Dust Lane erano più i pezzi inutili che quelli interessanti, con questo disco dal titolo pomposo invece non si salva praticamente niente. Non c’è una direzione,si parte per arrivare da nessuna parte e arrivare alla fine dei cinquanta minuti è veramente dura.

Controclassifiche coi controcazzi.

Non ci si crede, ma sta già finendo questo annus horribilis, il 2014. Ed è già ora di classifiche. La tradizione vuole che si inizi a Dicembre ed ogni giorno si sveli una posizione per arrivare alla prima.

Purtroppo questo anno è stato non solo supersfigato, ma pure avaro di soddisfazioni discografiche, non vi dico la fatica per metterne assieme una decina. In compenso abbiamo una bella rappresentativa di dischidemmerda, e qui ho fatto si fatica, ma per metterne solo dieci in fila.

Iniziamo dunque coi dischi demmerda 2014.

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10)Pixies – Indie city.

Si sono riformati perchè hanno speso tutti i soldi in cibo, a giudicare dalle loro panze, e come ogni reunion che si rispetti, oltre al tour spillasoldi, ci scappa sempre il discodemmerda. Kim Deal deve averne sentito l’odore, e alle prime avvisaglie se n’è scappata a mangiare un tacchino ripieno. Il risultato, a 23 anni da Trompe le Monde, è un disco inutile e inferiore alla discografia di Frank Black. Non contenti, hanno pure sfornato un paio di EP con scarti di questo disco, vi lascio immaginare il risultato, nel frattempo però il frigorifero è stato riempito.


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