Archivio per febbraio 2010

Er Principe.

Non ho fatto i conti, ma probabilmente abbiamo battuto il record di ritardo fra un post e l’altro. Non ho voglia di controllare, perciò fidatevi.
Non ne sono fiero, anzi.Ero e continuo ad essere un fidato lettore di blog altrui, molti dei quali li trovati linkati sulla sinistra. E quando qualcuno di questi scrive poco,mi viene sempre meno voglia di visitarlo, finchè lo cancello dalla lista.
Spero non lo farete anche con me,ma sarete pienamente capiti.
Ma forse la cosa che più mi infastidice,è che andando a rileggere questo “diario”( perchè questo è Whiterussian per me)ci sarà un buco temporale dove non ricorderò cosa ho combinato in questi giorni.
Già: cosa ho combinato in questi giorni!?
Un emerito cazzo è la risposta giusta.
nello specifico se vi interessa, ho fatto le mie solito sbronze, ho avuto le mie depressioni domenicali, sono stato male per l’ennesima volta(un bel virus gastroenterico,giusto per non farmi mancare niente), mi sono annoiato davanti al computer leggendo di test di Formula uno,guardando filmati di enormi Caterpillar su Youtube,e scritto minchiate su facebook, che a ben vedere sta succhiando energie al povero Whiterussian.
Ah,nel frattempo c’è stato il Festival di Sanremo,entusiasmante come non mai, sfottuto in diretta insieme alla Pina, con il pezzo del principe che era troppo brutto per essere vero, infatti ha vinto.

V


La sapete la regola no? Se si parla troppo (e bene) di un disco o di un film io devo aspettare qualche anno in modo da giudicarlo senza pregiudizi di sorta.
Ecco perchè stasera mi sono visto con 5 anni di colpevole ritardo V per vendetta. E immagino che già l’aggettivo colpevole vi abbia già fatto capire che mi è piaciuto.Si,nonostante sia una di quelle megaproduzioni ammmerigane,nonostante non mi piacciano i fumetti,e nonostante abbiano stravolto abbondantemente la storia dal libro dal quale è stato tratto.Tanto è vero che l’autore ha chiesto che il suo nome non comparisse nei credits. Un altro vantaggio è che non devo raccontarvi la trama,tanto la sapete già tutti,e lui muore e blablabla.Però se i momenti migliori sono quelli legati alla bella musica che accompagna le scene,c’è pure qualcosa che non quadra,come la fotografia troppo perfettina (anche se a volte può ricordare Boyle),o la storia d’amore tirata per le orecchie:ma come si fa a baciare una maschera!?
Certo che sentire nello stesso film Antony and the Johnson,Cat power,Jobim,gli Spiritualized e la sinfonia n°5(ma và!)è un bel biglietto da visita,anche se alla regia ci fosse stato Federico Moccia.

Loneliness.

La notte è il momento per pensare,e l’inverno è la stagione per deprimersi.Per fortuna esiste anche il giorno,quando ogni tanto il sole si fa vedere,e la primavera,quando il sole inizia a scaldarti la faccia.
Purtroppo ancora di sole se ne vede poco e bisogna accontentarsi di quello che c’è.Allora anche una sbronza il sabato sera,o una pizza la Domenica,o una gita nel week-end serve a tenere la mente sgombra dai cattivi pensieri.
E questa ricerca infinita alla fine della singleness non aiuta di certo,e ogni volta che pensiamo che sia la persona giusta e poi immancabilmente facciamo i conti con la dura realtà.
Allora in attesa della fogheraccia,che l’anno scorso mi destò dal torpore invernale,sogno esotici viaggi in terre selvagge dove cibarmi solo di natura e sentimenti.
O forse è solo meglio se la smetto con la Red Bull.

Frida.


Mentre fuori la finestra tutto è ovattato e si sente solo la neve che sciogliendosi sgocciola dalle finestre,occupo il tempo di questa reclusione casalinga forzata perdendo tempo su internet e guardando vecchi film.
Questo l’ho preso quasi controvoglia,ero in biblioteca a scegliere,ma mi scappava fortissimo e avevo la macchina in sosta vietata con le quattro frecce,quindi ho preso Frida quasi controvoglia.
E invece sono propio contento di averlo scelto,o forse lui ha scelto me,primo perchè è un bel film fatto bene,secondo perchè mi ha fatto conoscere la sua travagliata storia,mentre prima sapevo ben poco di lei e dei suoi quadri,a parte i suoi famosi baffi.
E se a volte ci lamentiamo dei nostri guai,dovremmo pensare a chi ne ha passati di peggiori,come lei,eppure riesce a vivere una vita straordinaria.Forse tutte le sue disavventure e tragedie le ha riversate nei suoi quadri,tanto belli quanto duri e forti,fatti di colori accesi,quanto di chiodi,colonne rotte e organi e sangue.
E propio i colori messicani,quelli accesi e forti che trasmettono calore,mi hanno fatto crescere ancora di più la voglia di fuggire da questa piccola Russia,e finire la mia vita al caldo del sudamerica,propio come Trotsky.


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