Archivio per giugno 2015

Solstizi e classifiche.

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Se siete degli abituè ormai lo sapete, oltre al classificone annuale, ormai da un pò segue pure quello semestrale, questa volta in concomitanza con la fine dell’estate, ovvero il solstizio, visto che da oggi le giornate saranno sempre più corte.

Niente capolavori per adesso, anzi, livello piuttosto basso, speriamo nella seconda parte dell’anno, ne ho già un paio che aspetto impaziente.

1)Sufjan Stevens – Carrie & Lowell
A 5 anni dall’ultimo disco, il buon Sufjan ci spiazza con un disco monocolore, abituati come siamo ai suoi lavori caleodoscopici, faccio un po’ fatica ad accettare un disco tutto sussurrato e chitarra acustica, arrangiamenti prossimi allo zero, e depressiometro a fondo corsa. Ma il sangue non mente, e il livello rimane altissimo.

2)Courtney Barnett – Sometimes I Sit And Think, And Sometimes I Just Sit
Una sorta di Sheryl Crow australiana un po’ più grezza, in attesa del nuovo di Sharon Van Etten ce la facciamo bastare.

3)Father John Misty – I Love You, Honeybear
J. Tillman continua ad affascinarci con le sue ballate folk anche con il nuovo pseudonimo, continuando la tradizione di Damien Jurado e compagnia. Un po’ di fiati mariachi, tante chitarre acustiche, e melodie che non stancano mai. In attesa che Mark Kozelek distrugga quella cazzo di chitarra classica, ci consoliamo così.

4)Blur – The Magic Whip
Ci avevo scommesso pochissimo su questo ritorno, e invece è piuttosto piacevole vedere che hanno ancora qualcosa da dire, i pezzi più loffi sono quelli stile Albarn solista, quando sono insieme funzionano ancora.

5)Jamie XX – In Colour
Molto hype dietro il primo disco solista di una metà degli XX. Metà disco molto gradevole, scelte dei suoni sempre azzeccate, anche se a volte occhieggia un po’ alla disco. L’altra metà del disco ha canzoni a caso compreso un reggaton, messe probabilmente per riempire, comunque quando canta Romy è sempre un altra cosa.

6)Modest Mouse – Strangers to Ourselves
Un calderone incredibile di canzoni, idee, suoni, e tutto quello che può passargli in mente. A volte tutto questo fa fatica ad amalgamarsi e si perde un po’ il concetto di disco, forse era il caso di sforbiciare qua e là.

7)Florence and the Machine – How Big How Blue How Beautiful
La rossa ci riprova a conquistare le classifiche del pop, ma rimane imbrigliata in quelle della indie. Comunque un passo avanti al disco precedente che aveva un singolo strepitoso e il resto debole.

8)Squarepusher – Damogen Furies
Un altro disco pazzesco per il nostro eroe, che ogni volta riesce a spiazzarmi cambiando registro ogni volta. Non un ascolto semplicissimo ma sticazzi.

9)The Staves – If I Was
Devo ammettere che se Justin Vernon non avesse prodotto questo disco, non lo avrei cagato di striscio. Ma siccome sono in scimmia da Bon Iver, ascolto qualsiasi cosa lui tocchi. Il gruppo è abbastanza inutile, una roba tipo Coors con tanto di coretti, ma quando ci mette la mano lui, anche la merda sembra buona.

10)William Fitzsimmons – Pittsburgh
Il nostro eroe barbuto dell’Illinois ha sfornato il suo ennesimo disco, forse l’ottavo, boh, e come sempre non se lo caga nessuno. Invece è gradevole e rilassante il suo canto sospirato su dolci melodie acustiche. Peccato per la terza canzone con la base elettronica che non c’entra una sega.

Altra roba che ho ascoltato ma che non è entrata in classifica:
-Christopher Owens – Chrissybaby Forever
-Bjork – Vulnicura
-Calexico – Edge of the Sun
-Sun Kil Moon – Universal Themes
-Faith No More – Sol Invictus
-Death Cab For Cutie – Kintsugi
-Mumford & Sons – Wilder Mind
-Verdena – Endkadenz Vol.1
-Viet Cong – Viet Cong

Jurassic what?!

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La mia prima passione sono stati i dinosauri, poi i Caterpillar, poi è arrivata  la F1, la musica, etc… Ma il primo amore non si scorda mai, ed io ero un pò come il fratello piccolo del film che conosce tutti i dinosauri per nome, le caratteristiche e le loro abitudini cuclinarie.

Ventidue anni fà, l’uscita di Jurassic Park fu per me la coronazione di un sogno, vedere finalmente i miei eroi della giovinezza muoversi, correre e sbranare persone. Alla regia c’era un tizio che un pò ci sa fare di nome Spielberg, e il film nonostante fossero gli albori degli effetti digitali moderni era uno spettacolo, emozionante fin dai particolari, come le onde circolari nel bicchier d’acqua mentre si avvicina il T-Rex. Poi ci furono altri due seguiti, ma la magia era svanita, nonostante l’utilizzo di dinosauri sempre più grandi e spaventosi.

Ieri sera sono andato al cinema ( gremito e temperature tropicali) a vedere questo nuovo capitolo, anche se consapevole che sarebbe stata una piacevole cazzata. Ne sono uscito divertito e sudato, visto che al secondo tempo hanno pensato bene di spegnere l’aria condizionata. Il film ha una storia veramente ridicola, gli attori sono penosi, e fanno a gara per complicarsi la vita sempre di più, c’è un tipo superpalestrato e una tipa assurda coi tacchi a spillo che corre nel fango, ovviamente tutti col nasino all’insù da maiale. Come al solito la morale è che l’uomo deve stare buono e che si mette a fare i pasticci la natura si vendica.

Se nel primo capitolo il protagonista era il T-Rex, nel secondo i Velociraptor, e nel terzo un ernorme spinosauro, questa volta se ne sono inventati uno di sana pianta: l’Indominus-Rex, visto che quelli veri erano finiti. Questo è un incrocio tra tante bestie, è intelligente, cambia colore, temperatura, si strappa il chip a morsi, e tra un pò gioca pure a Burraco.

Il film è pieno di auto-citazioni dal primo Jurassic e da altri film di Spielberg come Lo Squalo e E.T. I colpi di scena non mancano anche se sai sempre come va a finire, tipo nel finale, nonostante ogni cinque secondi gli stupidi umani cercano di complicarsi la vita, tipo la brillante idea di liberare i Raptor quando già sono nella merda più completa.

Il secondo protagonista, l’enorme Mososauro ha il vantaggio di prendersi le scene più spettacolari quando salta fuori dall’acqua per papparsi squali e pterodattili volanti, e ovviamente si prende la sua rivincita alla fine, quando nella più scontata delle scene si pappa pure il cattivo di turno tra gli applausi della sala e il tripudio generale.

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