Archivio per novembre 2009

Juno.

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Due anni di distanza mi sembrano abbastanza per giudicare un film che ha avuto un successo mediatico mostruoso senza troppi pregiudizi,e una notte insonne dopo aver tirato l’alba il giorno prima mi sembra un ottimo motivo per essermi guardato Juno steso sul letto privo di sonno.
La storia la sappiamo tutti, Juno è una ragazzina giovane e immatura che rimane incinta al primo tentativo con un bambascione nerd che è la copia sputata di Beck. Inizialmente pensa di abortire,ma subito dopo medita di farlo nascere ed adottarlo a qualche coppia che non può averne.Quindi insieme alla sua amica lo comunica ai genitori che reagiscono come solo la regina d’inghilterra potrebbe. Individuati i possibili genitori per il figlio in arrivo Juno sembra sempre più interessata a conoscerli,sopratutto il marito che si rivelerà un musicista non realizzato con tanto Gibson gentilmente sponsorizzate e poster dei Melvins alle pareti.
Propio questo figlio in arrivo sconquasserà l’equilibrio della famiglia perfettina provando il divorzio che però non inciderà sulla decisione di Juno di affidare comunque il bambino alla donna, l’unica realmente interessata a lui.
Il film è gradevole e ogni tanto ci scappa anche qualche sorriso, c’è una bella fotografia e una certa cura per i particolari,come il telefono-hamburger, o i ragazzini che fanno footing, ma rimane un mistero cosmico del perchè un paio di anni fa se ne parlasse come di un capolavoro indimenticabile, ci vuole ben altro che menzionare i Sonic Youth, inserire i Belle & Sebastian nella colonna sonora o fare l’intro in stop motion coi cartoni per dargli una parvenza di bel film.

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Stasera ho occupato il solito inutile martedì sera nella visione di uno dei miei film preferiti.Purtroppo lo schermo era penoso come l’audio,tristemente in mono,per fortuna la prima volta lo vidi al cinema potendo ammirare in trenta metri di schermo l’immensità dei paesaggi americani.Non sto a farvi recensioni nè a raccontarvi trame che conoscete tutti,tra l’altro potete trovarle nel post che scrissi tempo fà.Però oggi sono particolarmente filosofeggiante e termino con due citazioni che oggi come allora mi hanno fatto riflettere e che si contraddicono nella loro realtà.

"Ma ti sbagli se pensi che le gioie della vita vengano soprattutto dai rapporti tra le persone. Dio ha messo la felicità dappertutto, è ovunque, in tutto ciò in cui possiamo fare esperienza. Abbiamo solo bisogno di cambiare il modo di guardare le cose." (C. J. McCandless)

"La felicità è reale solo quando condivisa." (C. J. McCandless)

Polvo

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Sono rimasti pochi gruppi che amo e non ho ancora visto.Alcuni di essi non potrò mai farlo,come i June of 44 visto chesi sono sciolti da tempo.Stessa sorte che è capitata ai Polvo,per fortuna però,la moda di fare reunion continua ed io posso esaudire i miei desideri.
In realtà sabato ero cotto come una porchetta,e dire che non ero in forma è un semplice eufemismo.Ma l’occasione era troppo ghiotta,inoltre era da da luglio dell’Hana bi che non salivo a Ravenna.Quindi ho chiamato Gecco e il Chiocc e siamo partiti di gran carriera sul Cangoo rosso.Breve tappa all’autogrill per fare gas ed imbatterci in un neonazista di passaggio,e tutto liscio fino all’E45 dove sbattiamo contor un muro impenetrabile di nebbia.Gecco guida come un novantenne ma riusciamo ad atterrare nel parcheggio del Bronson sani e salvi.Un bicchiere di vodka&red bull per svegliarci ed entriamo sulle note finali del gruppo spalla che mentre salutano scopro essere italiani.Machissenfrega,siamo qui per altro.
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Incredibilmente all’interno c’è la stessa nebbia che c’è fuori e di gente non ce n’è tantissima.Evidentemente non tutte le reunion riescono coi fiocchi.Ovviamente me ne frego,anzi approfitto per piazzarmi di fronte al palco dovo incontor Enea e mezza Tafuzzy records e da lì non mi muoverò più per tutto il concerto.Anche perchè sono a un metro da Ash Bowie che scopro essere mezzo indiano.Sono sempre in quattro,timidi anche se ti piazzano qualche frase in italiano che colpisce un pò tutti.Partono con il primo pezzo del nuovo disco e subito si sente che i suoni sono quelli giusti.Io mi becco un’ora di Mesa/Boogie in faccia ma lo faccio volentieri,l’indiano alterna tre chitarre che cambia praticamente in ogni pezzo,passando da una Guild,a una strato nera a una Fernandes.Gioc amolto con i pedali usando spesso un Boost e un Octave per dargli il suo suono caratteristico.Il bassista suona vigoroso il suo Precision con un combo Ashdown,l’altro chitarrista(che vedrò poco)suona una Tele Thinline come quella di Bill Callahan con un Twin e la sua schiera di effetti dove riesco a riconoscere solo il cassico Tube Screamer.Il batterista macina su una PDP i suoi tempi squadrati e non lesina protagonismi anche se lo stile a volte non è molto ortodosso.
Al terzo pezzo arriva Fast Canoe e un brivido mi scende lungo la schiena.Per me stato un pezzo simbolo della mia crescita musicale, mi ricorda i tempi felici del mio trip post rock,e una persona strettamente collegata a questo pezzo dove aspetti una cartolina che non scriverà mai.
Il concerto scorre veloce,i pezzi non sono tanti,ma dopo il primo bis programmato devono riuscire chiamati a gran voce dal pubblico nonostante un finale noise con chitarre lasciate fischiare appoggiate agli amplificatori.
Non parleranno praticamente mai durante l’esibizione se non tra di loro per discutere di so cosa.E vedendo quell’atteggiamento schivo e anti-divo,mi spiego perchè un gruppo mostruoso come questo non ha mai avuto il successo che si merita.
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Dopo aver passato la settimana in preda alla più nera depressione cosmica,l’arrivo del week end (e dell’alcool) era visto come manna dal cielo.In realtà era programmata una cena di compleanno,quindi in teoria per un sabato avrei pure saltato il mostro che mi possiede ogni fine settimana.
In realtà un paio di bottiglie di bianco frizzante mi hanno fatto tornare nel caldo tepore dello stordimento alcolico che tutto cancella(memoria soprattutto) e che fa in modo che il mondo intero ti sorrida a sessantaquattro denti.
Che poi questa cena in realtà poteva andare benissimo anche ad aranciata,visto che il posto era fantastico,e la compagnia veramente amichevole,in più una piscina riscaldata a novembre sapete bene che fascino irresistibile può avere per un tritone come me.
Poi in realtà sarei dovuto andare a nanna,invece come al solito vado a cacciarmi nei guai ma mi sta solo che bene.
Poi arriva la domenica,e piove,e il male oscuro e dietro la porta che mi aspetta,ma per fortuna arriva una chiamata e si va tutti alla fiera dei becchi,e si passa sotto le corna,e si mangia la spianata,e si bevono altre due bottiglie di bianco frizzante,e il castagnaccio,e il caffè commerciale,e anche questa domenica è andata.
Lei è sempre dietro la porta,ma per oggi resta fuori.

Where The Wild Things Are.

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La prima volta che ho visto il trailer ne ero rimasto incantato.Wake Up degli Arcade Fire con le immagini surreali di Spike Jonze erano un richiamo a cui non potevo dire di no.
Molti altri invece potevano visto che al cinema eravamo quattro in tutto,ma non penso che questo film sia stato fatto con l’intento di sbancare i botteghini.Quindi sbrigatevi,lo toglieranno subito.
E’ tratto da un libro per bambini del ’63 e una mia amica tedesca asserisce di averlo letto appunto in tenera età.
Il protagonista è Max,un bambino solitario,quasi sempre vestito con un costume da orso(?) che provoca in me una sconfinata invidia.
Insomma non lo caga nessuno,è triste,litiga con la madre e fugge di casa iniziando un viaggio non si capisce quanto veritero e quanto di fantasia verso un isola abitata da strano mostri pelosi.Questi sono grossolani,con grandi occhi e denti affilati,ognuno con caratteristiche fisiche che rimandano ad animali(capra,uccello,toro)e caratteri differenti.E in un equilibrio instabile di questa piccola comunità in preda a depressione e scatti d’ira, l’arrivo del bambino porta una ventata di freschezza e buon umore.Purtroppo l’effetto dura poco e le creature passano in breve tempo dall’essere simpatiche ad aggressive,e nonostante la costruzione di un fantastico fortino la situazione va a puttane e il bambino ritorna a casa fra le braccia della madre.
Ovviamente la fotografia è spettacolare,i colori sono sempre autunnali,i paesaggi maestosi e il regista usa molte volte un inquadratura col sole e le sagome dei personaggi in negativo.
Tutto il film ha la colonna sonora cantata da Karen O degli Yeah Yeah Yeahs(ex di Jonze) che non fa altro che aumentare la poesia di questo piccolo gioiello novembrino.

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