Archivio per giugno 2019

Classifica di una notte di mezza estate.

Schermata 2019-06-30 alle 12.03.37
The National – I Am Easy To Find
L’ultimo disco era meraviglioso anche se è stato stroncato, questo è decisamente un gradino sotto, e tutto questo uso di ospitate femminili lo vedo come un segno di irrobustire un album che con qualche canzone in meno sarebbe stato ancora più bello.
Vampire Weekend – Father of the Bride
Abbiamo aspettato sei anni per il nuovo disco, e purtroppo hanno perso per strada una delle due menti, quella più originale e che ne curava gli arrangiamenti. Il risultato è un bel disco, però troppo lungo, e senza’l’originalità che ne contraddistingueva la loro produzione.
Sharon Van Etten – Remind Me Tomorrow
Anche qui, siamo decisamente un gradino sotto quella meraviglia che era l’ultimo disco. Sharon ha virato verso il pop, verso la produzione patinata, e non credo sia stata una buona idea.
Broken Social Scene – Let’s Try After Vol.1
Broken Social Scene – Let’s Try After Vol.2
Ma che meraviglia questo collettivo canadese, sfornano dischi ed Ep nell’indifferenza generale ma senza sbagliare una canzone.
American Football – American Football 3
Per chi ha vissuto, consumato ed amato il primo disco quasi vent’anni fa, è un pò difficile pensare che questo trio continui a fare musica. La magia è sparita, ma il manico è rimasto, ed è subito drummer’s paradise.
Bill Callahan – Shepard in A Sheepskin Vest
Lo sapete tutti, è il mio eroe dai tempi Smog. Però è in piena crisi “Mark Kozelek”, dischi lunghissimi, scarni, quasi parlati. Si stava meglio quando lui stava peggio, adesso che è sposato con figli si vede che non soffre più. E si sente.
The Tallest Man On Earth – I Love You, It’s a Fever Dream
Lui invece è stato lasciato. E si sente. Un altro disco meraviglioso che cresce piano piano e ti conquista nella sua semplicità.
Cass McCombs – Tip Of The Sphere
Chiaramente non poteva fare un disco bello come quello prima (andate a recuperarlo). Comunque ci prova e a volte ci riesce (Sleeping Volcanoes)
Beirut – Gallipoli
Ormai non meraviglia più nessuno, ha perso molto del suono gitano, la produzione ha svoltato verso il pop, ma le atmosfere rimangono magiche.
Mercury Rev – Bobbie Gentry’s The Delta Sweete Revisited
Solo un bruciato come Jonathan Donahue poteva pensare di rifare un misconosciuto disco del 1968 con solo ospiti femminili alla voce. Meraviglia.
Lambchop – This (Is What I Wanted To Tell You)
L’idea di virare sull’elettronica e fare un intero disco col vocoder è stata meravigliosa. Peccato che hanno sentito il bisogno di farne un altro identico.
James Blake – Assume Form
Il nostro Jamesha smussato gli angoli, accorciato il minutaglie e scelto bene i campionamenti. Peccato per quei 2/3 pezzi col rapper del cazzo per vendere due dischi in più in America. Ovviamente quelli fanno cagare.
Karen O & Danger Mouse – Lux Prima
Karen O da un pezzo sembra essersi stancati dei suoi Yeah Yeah Yeah’s, e ora si diverte a fare dischetti del genere con gente a caso tipo Danger Mouse. 
Richard Hawley – Further
Uno dei grandi misteri della musica: perché nessuno (almeno fuori da UK) caga il buon Richard che continua a scrivere bellissimi dischi? Peccato solo per i pezzi caciaroni, quelli notturni sono uno spettacolo come sempre.
The Lemonheads – Varshons II
Evan Dando da anni ormai ha perso il treno che conta, però questo disco di cover è veramente godibile.
Damien Jurado – In The Shape Of A Storm
Un disco sussurrato per il nostro Damienone che ogni anno ci regala qualcosa di bello.
The Chemical Brothers – No Geography
Non c’è il singolone questa volta, però il livello è più alto e i pezzi meglio legato fra di loro.
Morrissey – California Son
Chissenefrega se il nostro eroe ultimamente è un pò sciroccato e magari anche poco ispirato se poi ci regalo questo dischetto di cover più o meno conosciute.
Calexico & Iron &Wine – Years To Burn
Due montagne che hanno partorito un topolino. Vabbè, una marmotta dai.
Better Oblivion Community Center – Better Oblivion Community Center
Ovvero Conor Oberst dei Bright Eyes più Phoebe Bridgers che fanno un dischetto pop. Fine.
Apparat – LP5
Grandissime aspettative, ma Sasha deve essersi addormentato mentre faceva il disco.
Mac De Marco – Here Comes The Cowboy
Primo passo falso della sua carriera, a volte sarebbe meglio aspettare un pò invece di fare uscire un disco all’anno.
Lamb – The Secret Of The Letting Go 
Primo pezzo che ti fa volare. Poi vola nel dimenticatoio.
Sun Kil Moon – I Also Want To Die In New Orleans
Ormai se non fa tre dischi all’anno con pezzi di 20 minuti dove parla che il vicino ha comprato il detersivo sbagliato non è contento.
 

Archivi

Flickr Photos

Blog Stats

  • 19.119 hits