Ed ecco che finalmente siamo arrivati alla prima posizione del 2014. Come avevo premesso, pure questo che è un bel disco, l’anno scorso sarebbe arrivato solo nei primi dieci, questo a spiegare il livello piuttosto basso delle uscite discografiche di quest’anno.
Un bel disco dicevamo, che non si è cagato nessuno fino al concerto bolognese di un paio di settimane fa ( a cui non sono andato) che ha giustamente dato nuova linfa a questo disco uscito in primavera.
La signorina ci sa fare, anche se si sente fortissima l’influenza di Anna Calvi, almeno quella del primo disco, mentre Sharon invece è già al suo quarto, ma solo con il penultimo si è iniziato a parlare di lei, anche grazie alla collaborazione con il cantante dei The National, in questo disco ci sono anche altri personaggi “pesanti” della scena: membri dei The War on Drugs e Shearwater.
E’ finito al primo posto perchè ha le giuste melodie, gli arrangiamenti semplici, pochi fronzoli e un approccio semplice, il mixaggio è minimale quanto basta, anche se a volte si sentono gli interventi di Adam Granduciel, e sopratutto i suoni non sono artificiali ma mantengono sempre una certa naturalezza.
Ultima nota sulla foto di copertina, una foto in bianco e nero che rimanda ai fasti di Bob Dylan, c’è ritratta lei che guida con la testa che sporge fuori dal finestrino con il vento che gli muove i capelli.
In pratica quello che ho fatto io quando finalmente mi hanno ridato la patente. Capelli esclusi ovviamente.